Tra le ragioni che portano sempre più famiglie e aziende a scegliere il pellet per riscaldare il proprio ambiente durante il periodo invernale ci sono la possibilità di godere di autonomia e la manutenzione non particolarmente complicata. Inoltre, un aspetto dirimente che porta a scegliere di acquistare una stufa a pellet è la possibilità di risparmiare sui consumi, compiendo una scelta che fa bene non solo al proprio portafoglio, ma anche all’ambiente.
Ma quale è il miglior pellet? Vediamo quali sono i materiali più adatti e che garantiscono buone performance mantenendo un rapporto qualità prezzo competitivo.
Come viene prodotto il pellet?
Per comprendere a fondo quali siano i materiali più adatti per la propria stufa a pellet bisogna avere presente come venga prodotto il pellet di qualità: questo combustibile naturale viene realizzato a partire da legno o segatura che vengono sottoposti ad una compressione meccanica ad elevata temperatura che fa assumere alla materia prima la caratteristica forma cilindrica. Nei passaggi successivi il pellet passa attraverso dei fori di dimensioni varie e, una volta raffreddato e tagliato è pronto per essere messo in commercio.
Materiali con cui viene prodotto il pellet
Quello che è importante sottolineare è che la materia prima utilizzata per produrre il pellet è costituita dagli scarti della lavorazione del legno che vengono selezionati e raccolti per essere essiccati prima di essere sottoposti al trattamento sopra descritto.
I materiali di partenza possono essere quindi divisi tra due categorie, differenti per la loro consistenza:
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Legno dolce: si tratta di un materiale che brucia molto facilmente e che si consuma con altrettante facilità. Le temperature generate sono piuttosto elevate, ma comprendono un residuo che può raggiungere il 12% del totale: questo significa che la resa termica complessiva è contenuta e il potere calorifico varia entro i 4.8 Kcal/kg. Le varietà botaniche che rientrano in questa prima categoria sono l’abete rosso e l’abete bianco, il larice il pioppo, nonché il pino marittimo.
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Legno duro: a differenza di quelli dolci, il legno duro produce un calore meno intenso ma costante nel tempo. Questo significa che la durata della sua combustione è maggiore rispetto al legno dolce, anche se rimane abbastanza difficile da accendere a causa dell’indice resinoso basso. Le piante che rientrano in questa seconda categoria sono la betulla, l’acero, il faggio e il rovere nonché il frassino e il castagno.